ipertesto realizzato da Nico Biagioli

                                                                                                      Bibliografia

Il lavoro si pone di trattare la critica del cristianesimo nel secolo IX, partendo dall’ambigua posizione di Hegel fino a giungere all’esito radicale di Nietzsche, che risulta decisivo per la coscienza moderna. Il percorso si limita ai pensatori studiati nell’ambito del programma di filosofia svolto durante l’anno scolastico che sono riconducibili anche a questo argomento, ovvero, sottintendendo i due estremi detti sopra, Feuerbach, Marx e Kierkegaard.Il pensiero illuminista aveva separato in maniera inconciliabile la fede dalla ragione, č per opera di Hegel che la critica filosofica della religione trae nuovo impulso e si sviluppa come fenomeno prevalentemente tedesco. Si deve notare che in genere i filosofi tedeschi che operarono questa critica ebbero come riferimento il cristianesimo nella confessione protestante.

Il problema che sta al fondo, che lo stesso Hegel aveva individuato, risiede nel contrasto fra il cristianesimo e la realtā attuale, storica, dell’uomo. La critica non č rivolta tanto all’aspetto teologico della religione, quanto al suo essere nella storia; sono le nuove realtā socio – politiche ed economiche che fanno emergere progressivamente questo dissidio.

Tale aspetto č in linea di massima presente in tutti i filosofi qui trattati.

Se Hegel opera l’ultimo tentativo di conciliare Chiesa e Stato, terreno e divino tramite la storia dello Spirito, Feuerbach coglie l’inattualitā del cristianesimo e lo riduce ad essenza umana. Marx e Kierkegaard apparentemente sono antitetici: il primo filosofa senza Dio, il secondo di fronte a Dio, ma entrambi hanno come fondamentale comune presupposto il distacco tra Dio e mondo. L’opera di critica alla mediazione cristiano – borghese di Hegel trova il suo culmine in Nietzsche, il quale rappresenta il dramma della coscienza moderna in rapporto al nichilismo.