In quest'ordine di cose desidero farti ancora apprendere che gli atomi, nel loro stesso
muoversi a perpendicolo attraverso il vuoto spazio, trascinati dal loro peso, a un momento
non precisato e in luoghi non precisati si allontanano un poco dalla loro traiettoria, di
quel tanto per cui si può parlare di una declinazione. Se non fossero soliti subire
questo spostamento, essi cadrebbero tutti quanti dall'alto per l'immenso vuoto come gocce
di pioggia, né vi sarebbe urto o colpo alcuno per dare inizio alle cose, e la natura non
avrebbe mai prodotto quindi nulla [...].Perciò necessariamente gli atomi devono declinare
un poco, un tantino appena però, perché non sembri che immaginiamo dei moti obliqui che
andrebbero contro la realtà: è infatti chiaro e manifesto a tutti che corpi pesanti, di
loro propria natura, non possono percorrere traiettorie oblique quando cadono dall'alto,
come chiunque può vedere. Ma chi di per sé potrebbe verificare direttamente che nessun
corpo in assoluto devii dalla traiettoria perpendicolare?
Infine, se tutti i movimenti si svolgessero in concatenamento reciproco, e se un nuovo
movimento nascesse dal vecchio sempre in un ordine stabilito, se i primi elementi, con la
loro declinazione, non producessero un movimento tale da rompere leggi del fato, sì da
impedire che la concatenazione delle cause vada all'infinito, onde deriverebbe questa
libera facoltà di sottrarsi al fato che vediamo propria degli esseri animati per tutta la
terra, per via della quale possiamo andare ovunque la volontà ci guidi?
Lucrezio, De rerum natura Il, 216 sgg. e 238 sgg.