Giuditta II o Salomè
Dopo le aspre critiche che avevano accolto Giuditta
I, Klimt realizza una seconda versione ancora più
"spietata" dell'opera nel 1909. L'anno successivo
Giuditta II fu esposta a Venezia e subito acquistata
dalla Galleria d'arte moderna. È una delle ultime
opere prima del passaggio dallo "stile aureo" a una
pittura più meditativa e, per così dire, "intimista".
Una profusione di spirali auree simili a quelle già
apparse nel fregio Stoclet e motivi geometrici
quadrati, che rivelano l'avvicinamento a Hoffmann
e alla Wiener Werkstätte, illuminano ulteriormente il
fondo, creando un suggestivo contrasto con le
scure cromie dell'abito. La donna ammaliante e
sensuale del primo ritratto è sostituita ora dalla
femminilità feroce di una “femme fatale” un po’
demoniaca.