"IL CAVALIERE INESISTENTE" DI ITALO CALVINO

Il cavaliere inesistente (1959) fa parte della trilogia "i nostri antenati". La vena inventiva e fiabesca di Calvino ci porta lontano nel tempo, in pieno medioevo, quando un giorno Carlomagno passa in rassegna i suoi paladini e l’esercito di Francia è schierato – sotto le rosse mura di Parigi.-
L’imperatore si sofferma di fronte ad ogni paladino, lo interroga, ne ha risposte compiute e precise, è soddisfatto. Ma a un certo momento si trova davanti ad un cavaliere tutto chiuso in un’armatura, che, a differenza di quelle di tutti gli altri, è pulitissima: un’armatura tutta bianca; solo una righina nera correva torno torno ai bordi; per il resto era candida, ben tenuta, senza un graffio, ben rifinita in ogni giunto, sormontata sull’elmo da un pennacchio di chissà che razza orientale di gallo, cangiante di ogni colore dell’iride -. Alla domanda dell’imperatore che gli chiede chi sia, il cavaliere risponde che si chiama Agilulfo e aggiunge una lunga serie di titoli gentilizi; e alla successiva domanda del perché non mostri il suo volto, alzando la celata risponde: -Perché io non esisto-. Accanto a questo cavaliere "inesistente" vari altri personaggi animano le vicende del romanzo (ricordiamo nomi famosi presi dal mondo avventuroso e drammatico della poesia dei secoli passati: Bradamante, Rambaldo, Torrismondo….), finchè il racconto finisce con la scomparsa del protagonista, quando la sua volontà, per la quale soltanto egli esisteva, non trova più motivo per affermarsi.
Suo "scudiero" è Gurdulù, essere del tutto terrestre fino ad identificarsi con le cose stesse: l’uno è lo spirito, l’altro la terra. Nel mezzo i personaggi pieni di istinti e di difetti, ma anche di aspirazioni e buone qualità, che sono l’uomo nella sua complessità che vuole vivere una vita completa.

Il Relatore:
MARCO CASCIANINI