Il quadro generale: sulle teorie della razza

Il termine razza compare nelle lingue europee a partire dal Cinquecento, il termine razzismo invece è più recente ed entra in uso fra il 1920 e il 1930. Mentre il termine razza ha una connotazione neutra, il razzismo tenta di stabilire una connessione fra tipo fisico e carattere morale e divide l'umanità in razze più o meno nobili.
Le teorie della razza si sono diffuse fra Seicento e Settecento e hanno affrontato e discusso argomenti come la connessione fra la razza e il clima, la possibilità che non tutta l'umanità sia discesa dagli stessi progenitori, le differenze fisiche esistenti fra le varie razze, le differenze linguistiche, culturali e storiche fra i vari popoli.

Razza e clima

Questa teoria risale all'antichità greca e romana ed è stata tramandata dai codici medievali cristiani e arabi. Le posizioni emerse sono che alcuni scienziati ritenevano che il clima influisse sull'uomo anche a livello genetico, secondo altri invece i fattori ambientali potevano condizionare solo l'aspetto esterno dell'individuo, come il colore della pelle. La seconda posizione poteva spiegare le differenze fisiche riscontrate nei popoli scoperti in Africa e America e inoltre non contrastava con la Bibbia, tuttavia questa teoria è stata rifiutata da molti in base a due quesiti 1) perché popoli che vivono alle stesse latitudini hanno un diverso colore della pelle? 2) perché gli africani trasportati in Europa continuano a restare neri e a generare figli di colore?
A queste domande tentò di rispondere Arbuthnot, un medico inglese, affermando che l'aria agisce sull'uomo con la sua temperatura, pressione e umidità trasformando l'aspetto e la struttura del corpo umano e modificando le fibre nervose e il cervello dell'uomo. Montesquie concordò con Arbuthnot e divise l'umanità in popoli freddi, vigorosi, forti e coraggiosi, e popoli caldi, irresoluti, indolenti e timorosi.

Una pluralità di progenitori

Le teorie della razza hanno anche ampiamente dibattuto la questione riguardante l'origine dell'uomo, chiedendosi se esistano progenitori diversi per razze diverse o se tutta l'umanità sia discesa da un'unica coppia di progenitori, Adamo ed Eva. Si sono diffuse al riguardo due teorie opposte, il poligenismo e il monogenismo.

Razza e scienza

Nel corso del Settecento le teorie della razza hanno affrontato anche aspetti scientifici e sono nate nuove pseudoscienze, come la fisiognomica e la craniometria, che intendevano dimostrare l'inferiorità anche fisica delle razze non bianche.

Razza e comportamento

Questa teoria si basa sui dati immediatamente visibili come la forma delle labbra o come il colore della pelle, ma col passare del tempo si è allargata ad altri campi come la "propensione al male" o come la "nobiltà". Da queste teorie che si basano sul dato fisico si passò ad un'ipotesi che si appoggiava ad una sorta di categoria dello spirito dove vengono esaltate le differenze di comportamento. Il percorso è duplice infatti per un lato si discute la diversità tra uomini bianchi, uomini neri, uomini gialli, per un altro s'inventano "razze elette" all'interno della razza bianca. La "razza eletta" è un ramo puro, l'apice della stirpe bianca rappresentato dalla razza ariana, germanica, nella quale s'incarnano forza, civiltà ed equilibrio. Queste teorie vengono esposte da Joseph-Arthur De Gobineau nel 1855. Nel suo trattato Essai sur l'inegalité des races humaines differenzia dieci grandi civiltà derivate dall'iniziativa della razza bianca come indiani, egiziani, assiri, greci, italici, cinesi, tedeschi e americani. Tra queste identifica la razza germanica, in altre parole la razza ariana, come quella più forte.

L'invito alla tolleranza

Durante il XVIII secolo si parla essenzialmente di tolleranza religiosa. L'opera che, in modo mirabile, analizza il problema religioso e teorizza la differenza tra religione e politica è L'epistola sulla tolleranza di J.Locke. Scritta in latino a pubblicata nel 1689, lo stesso anno in cui in Inghilterra è diventato legge dello stato il Tollerant Act che ha cancellato le pene per i dissidenti politici e religiosi. La tesi fondamentale dell'opera è la distinzione tra il campo politico e quello religioso, due ambiti di natura radicalmente differente. Il potere politico, nasce e si regge con la finalità di fare le leggi e di farle osservare. Diametricalmente opposte sono le finalità delle istituzioni religiose, infatti esse rispondono ai bisogni spirituali degli uomini di fede. La Chiesa deve essere una società libera e volontaria, in cui gli uomini entrano senza costrizioni e da cui escono quando lo desiderano "poiché nessuno può, anche volendo, credere in base ad una prescrizione altrui…". Un altro filosofo appoggia con entusiasmo l'invito alla tolleranza, Voltaire, che prende ispirazione per le sue teorie da un tragico fatto avvenuto in Francia nel 1762. L'infondata condanna a morte di un protestante spinge il filosofo ad analizzare minuziosamente lo sviluppo del processo smascherandone il ridicolo svolgimento grazie alla sua opera Traité sur la tolérance à l'occasion de la mort de Jean Calas.

Gli ebrei

Gli ebrei erano già perseguitati in età medievale e sino agli inizi del '700, perché giudicati maledetti da Dio e uccisori di Cristo. Ai primi del '700 la loro condizione è ancora precaria, ancora hanno la fama di assassini di bambini e usurai e vivono rilegati nei ghetti. Nel corso del '700, con la spinta dei grandi dibattiti sulla laicità e sulla tolleranza avviati dall'illuminismo, gli aspetti più violenti vanno attenuandosi. Il primo passo è il passaggio, per le persone di religione ebraica, dallo stato di stranieri a quello di cittadini e la possibilità di accedere alle cariche pubbliche e a molti mestieri fino ad ora a loro vietati. L'età della rivoluzione francese e di Napoleone, tra il 1789 e il 1815, è il periodo più favorevole per la loro integrazione. Con la Restaurazione quelle concessioni vengono, in alcuni Stati, in parte revocate (ad esempio gli Ebrei sono di nuovo confinati nel ghetto a Modena e a Roma). Prima l'emarginazione ha avuto una matrice religiosa, poi è stata giustificata nel corso dell'800 con l'antropologia e la scienza.
Numerosissime sono le testimonianze nelle opere scientifiche, letterarie, storiche, musicali dell'Ottocento di questo razzismo (basta pensare a Fiche, Balzac, Hugo, Chateaubriand, Wagner). Tra le manifestazioni più gravi dell'odio antisemita nell'Europa dell'800 è la fabbricazione di un falso documento che avrebbe dovuto mostrare l'inclinazione al male degli Ebrei. Si tratta dei cosiddetti Protocolli dei Savi Anziani di Sion, scritto dalla polizia segreta russa nel 1896 ed esibito come prova della "congiura ebraica" contro l'intera umanità ("Il serpente simbolico, penetrando a mano a mano nel cuore delle nazioni che incontrava, scalzò e divorò tutto il potere non ebraico di questi stati […]"). Soltanto nel 1921 uno studioso americano ne dimostrerà, su inoppugnabili basi scientifiche, la totale falsità.

Gli indiani d'America

Gli indiani d'America erano e sono (i pochi rimasti) ritenuti esseri inferiori, infatti gli Europei che vennero a contatto con quelle popolazioni indigene li considerarono incivili, selvaggi, senza educazione, pertanto inferiori alla propria civiltà. 
Un missionario belga, Louis Hennepin, nel 1698 perla degli irochesi (indigeni del Nord America) come un popolo arretrato, immerso nei suoi costumi profani, nell'orgoglio della maldicenza, nella crudeltà e in numerosi altri vizi, ostili al Cristianesimo. In duecento anni circa, fra il 1650 e il 1880, si ha la quasi completa scomparsa del popolo indiano dell'America settentrionale a causa dell'intromissione, o meglio, invasione degli Europei in questi territori. I rapporti fra gli indigeni e i colonialisti erano di forzata sottomissione, che degenererà in scontri civili. Questa popolazione inferiore verrà civilizzata da quelle Europea.

Galati, Decenti, Polchi, Balducci 
Stewardson, Venturini, Bricca