Alcune considerazioni sull’Avifauna locale.

 

Non avendo potuto fare uscite sistematiche mirate al controllo diretto dell’avifauna locale, abbiamo raccolto le informazioni ricavate da alcuni studenti appassionati in questo settore e quelli che, gentilmente, ci ha fornito Michele Foni, ex liceale, laureando in Scienze Naturali.Pertanto, i dati specifici che seguono sono ricavati dalle sue numerose osservazioni effettuate tra l'estate del '93 ed il luglio 1996. Nell'area controllata sono state rilevate 183 specie di uccelli (comprese quelle la cui presenza è occasionale o occidentale) di cui, 114 utilizzano il sito durante una stagione della loro vita sia per alimentarsi che per nidificare ed alimentarsi. Le specie di uccelli che utilizzano il sito durante il periodo estivo esclusivamente per alimentarsi sono

Germano reale femmina

Germano reale maschio

33, quelle che utilizzano il sito durante il periodo estivo sia per alimentarsi che per nidificare sono 44 ed infine quelle che utilizzano il sito durante il periodo invernale per alimentarsi sono 73.

Alcune specie hanno cominciato a riprodursi sia presso il lago di Montedoglio che presso le cave allagate. Dal 1995 sono state segnalate covate di alzavole (Anas crecca), di germani reali (Anas platyrhynchos )

e anche di gallinelle d’acqua (Gallinula chloropus ).

Tra le specie che ormai abitualmente possiamo osservare almeno in sosta, ne ricordiamo alcune migratorie come l’airone cenerino (Ardea cinerea),l’airone bianco (Egretta alba) e quello rosso (Ardea purpurea), la garzetta (Egretta garzetta), la schiribilla (Porzana parva) e specie nuove come il martin pescatore (Alcedo atthis) e il cannareccione (Acrocephalus arundinaceus) che si sono insediate presso le cave abbandonate e tra i canneti dove hanno trovato nuove nicchie ecologiche pronte ad accoglierle.

 

Questi risultati confermano la tendenza da parte di un sempre maggior numero di specie a trascorrere buona parte della loro vita nei pressi del Tevere anche là dove la natura, sta faticosamente riprendendo possesso di un ambiente alterato e deturpato da anni di escavazioni e da depositi di rifiuti. Però sappiamo anche che le coltivazioni intensive di terreni perfettamente livellati, la monocoltura su superfici sempre più vaste e la sempre maggiore utilizzazione di macchinari, possono provocare rapide alterazioni ambientali.
Se a ciò si aggiungesse il prosciugamento di terreni, il raddrizzamento del corso del fiume, il consolidamento delle sponde a trasformarlo in un veloce canale, queste opere rappresenterebbero davvero altrettante forme di aggressione all’ambiente con diminuzione del numero degli uccelli che lo popolano e quindi delle possibilità di sopravvivenza per molte specie.

Ma gli errori del passato dovrebbero averci insegnato qualcosa: speriamo che una rinnovata coscienza ambientale ci guidi facendoci recuperare una zona che fino a pochi anni fa pareva irrimediabilmente compromessa. Suggeriamo a questo proposito qualche sano momento di svago e recupero di interesse naturalistico, da trascorrere lungo il fiume facendo birdwatching: potrebbe farci capire ancor meglio la complessità di questo ecosistema ancora in precario equilibrio ma ricco di potenzialità biologiche invogliandoci a custodirlo e proteggerlo.