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Secondo i linguisti i corsi d'acqua prendono generalmente nome o da villaggi a loro vicini o da caratteristiche che essi hanno o da popolazioni che li frequentano o da personaggi illustri che hanno a che fare con loro o da avvenimenti importanti ad essi legati o da divinità... Si può dire quindi che i nomi dei fiumi o torrenti siano degli aggettivi, quando il nome stesso non significhi nella radice proprio "corso d'acqua". |
Resti di ponte romano sul Tevere |
L'autorità della voce dei classici ci fa affermare innanzi tutto che il Tevere non si è sempre chiamato così e che anzi è stato chiamato con diversi nomi: troviamo nel Dizionario di Toponomastica che nei Sacra, negli Auguria, negli Indigitamenta, il Tevere ebbe il nome di Serra, Rumon, Tarentum ( Servio, Ad Aen. VIII,63), Volturnus, Albula (Virg. Aen.VIII,332). Prendiamo in considerazione tre nomi del Tevere: Rumon, Albula, Tiber. Servio (ad Aen. VIII,63,90) ricollega il termine ROMA a RUMON che dice essere uno dei più antichi nomi del Tevere, precisamente etrusco-latino, che conterrebbe la radice indoeuropea sreu= scorrere. Il nome di Roma era quindi il nome del Tevere o d'un suo affluente che si raggiungeva dal Palatino attraverso la Porta Romana. Rumon è una proposta serviana; Albula invece è un idronimo assai noto, è un nome che molti studiosi e scrittori antichi, e non solo Virgilio, riconoscono essere appartenuto al Tevere (Livio, Plinio, Marziale, Ovidio...). La più nota interpretazione etimologica è che Albula venga da albus=bianco, facendo riferimento al colore delle acque che tuttavia in genere vengono descritte non come albae ma piuttosto come flavae=bionde.
Ma perché Albula è stato sostituito con Thybris o Thebris e poi con Tibris e infine con Tiberis?
Una prima leggenda presente negli antichi autori narra che Tiberino, re degli Albani (un altro collegamento fra i colli ed il fiume), vi sia morto annegato. Dice Ovidio nel libro 2° dei Fasti:
Albula, quem Tiberim mersus Tiberinus in undis reddidit...
Una seconda ipotesi, sempre ripresa nell'ambito delle etimologie leggendarie, è che il nome del nostro fiume venga da Tybri re degli Etruschi, e precisamente di Veio, com'è in Virgilio Aen. VIII 330:
Tum reges asperque immani corpore Thybris,
A quo post Itali fluvium cognomine Thybrim
Diximus; amisit uerum uetus Albula nomen.
Quindi sia l'Etruria che il Lazio rivendicano l'origine del nome Tevere: Thybris dal nome del re dei Veienti o Tiberis da Tiberinus albanus. La base del nome sembra essere TIB che forse si alterna con TIF; da qui parrebbe derivare Tifernum, il cui nome peraltro non è solo "tiberino". In area osca si ricorda un Tifernum città del Sannio, Tifernum, monte e fiume della medesima regione; vicino a noi è Tifernum Metaurense.
Perciò non è sicuro che nel tema TIF/TIB ci sia lo stesso radicale di Tiberis e ci sarebbero perciò difficoltà nel riconoscere in Tifernum la "città del Tevere", anche se alcuni studiosi locali vedono in TIPH una radice umbra per fiume. Tra questi Gio.Felice Pichi in Rivendicazioni, citando uno studioso, il Preller, dice che il nome del Tevere potrebbe derivare dalla radice BIB o BIF che sembrerebbe indicare un torrente disceso dalle montagne, termine particolarmente adeguato alla nostra zona.I toponimi in RNO, più che etruschi, sono dell'area ligure-italica e ricorrono con frequenza in territori oschi. Alcuni studiosi ricollegano la radice di Tiferno a TEBHA e TEBA (collina, nella glossa sabina di Varrone III,I,6) , ma non mancano divergenze.
Al di là di tutte le interpretazioni eziologiche e le letture di parte, il riferimento primo per il nome può essere il nome gentilizio etrusco THEFRI o THEPRI (thefri velimnas tarxis clan= Tiberius Velimnba, Tarqui filius). Il nome THEPRI con la P è attestato a Perugia e a Chiusi è stato introdotto anticamente da un italico orientale TEFRIO. Preesiste forse un dio fluviale Tiber da cui deriva il nome di Tiberius.
Dalle indicazioni sommariamente date si può notare come la storia del nome del Tevere, sia attraverso Albula che Tiber, ci conduca, principalmente attraverso gli Etruschi,ad un sostrato mediterraneo ed al Vicino Oriente, crogiuolo di lingue nonché di civiltà.