La diga di Montedoglio, perché

  • Storia della diga
  • Invaso di Montedoglio: aspetti tecnici
  • Uso irriguo e potabile
  • Considerazioni sull'invaso: pro e contro
  • Non volendo essere, questa parte, una trattazione propriamente specialistica sull’invaso di Montedoglio, l’atteggiamento più corretto, nel nostro lavoro di indagine, ci è sembrato quello problematico su dati di fatto.

    L’argomento è coinvolgente più che interessante, perchè la Diga ha alterato le caratteristiche naturali della Valtiberina, modificando l’ambiente e il suo ecosistema, ed ha portato come conseguenza immediata e necessaria il riordino fondiario. Anche la dimensione paesaggistica ne è risultata - e ne risulterà - alterata, la dimensione quindi più propriamente affettiva ed estetica del rapporto uomo/ambiente.

    Positivo o negativo questo fatto, non è una risposta che compete a noi, anche perchè il giudizio sull’esistente è legato ai vantaggi ed agli svantaggi che ognuno può leggervi ed alla propria disposizione d’animo.

    Il primo punto che intendiamo porre sulla questione ormai annosa è la giustificazione dell’invaso stesso. Ci sono tra i documenti ad esso relativi ampie motivazioni ufficiali, le quali motivazioni però con il tempo non sono più del tutto valide, mutati come sono i bisogni delle zone fruitrici. Ecco quindi la necessità di riprogrammare per altri usi l’utilizzo dell’invaso ormai esistente, con conseguenti altre spese per il riadattamento.

    I non addetti ai lavori potrebbero chiedersi quale mai tipo di programmazione viene fatta dagli esperti che in un arco relativamente breve di anni (circa 25 anni) ha bisogno di essere ripensata in maniera quasi radicale. Le solite persone poi che al Tevere e alla Diga vanno a pescare e a prendere il sole, usufruendo dell’invaso secondo una dimensione privata ed intimistica, vedendo in un certo senso sconvolto (intendiamo di proposito caricare il termine di una valenza psicologica) il loro ambiente naturale, potrebbero chiedersi se nel riordino fondiario, resosi necessario per una irrigazione razionalizzata, non si è andati forse un po’troppo avanti e/o quali progetti di produzione specializzata ci sono dietro l’alto e chiaro e moderno risultato della sistemazione territoriale.

    L’altra conseguenza dell’invaso di Montedoglio, nel cui ambito del castello si conserva solo il nome a causa dell’intervento stesso, è l’intervento sugli argini e sul corso del Tevere, che appare di per sè come un fatto positivo, vista la precedente situazione. Ma quale smaltimento d’acqua richiedeva un intervento così drastico? Siamo di fronte ad una ulteriore evoluzione del corso del fiume e quindi da una parte la consapevolezza di una svolta storica, dall’altro la curiosità di vedere l’esito alla fine dei lavori, spinge le solite persone a rimandare il proprio giudizio oltre il 2000.

    A dire il vero, occorre considerare bene anche il secondo punto della questione, lo sviluppo socio-economico, strettamente collegato al primo, e valutare esattamente il rapporto qualità/prezzo. Solo così, in maniera equilibrata e non condizionata da forze esterne, si potrà dare una risposta alla domanda che per ora rimane aperta: la Diga, perchè?