GIACOMO LEOPARDI

1798 Il 29 giugno Giacomo nasce a Recanati, nello Stato pontificio, dal conte Monaldo e dalla marchesa Adelaide Antici.
1799-1800 Nascono i fratelli Carlo e Paolina, gli unici, assieme all’ultimogenito Pierfrancesco (1813) a rimanere in vita tra i dieci figli della famiglia Leopardi.
1809-1816 Dopo aver studiato per qualche anno sotto la guida dei precettori ecclesiastici di famiglia, hanno inizio i “sette anni di studio matto e disperatissimo”, da autodidatta, nell’immensa biblioteca paterna, che consentiranno alla cultura di Giacomo una vastità e una sicurezza straordinarie a prezzo però di danni irreparabili per la sua struttura fisica.
1816 In questo anno si colloca la “conversione letteraria” del poeta: all’amore per l’erudizione si sostituisce una più accesa consapevolezza dei valori artistici (idillio Le rimembranze).
1817 Prende avvio la corrispondenza con l’illustre letterato vicentino Pietro Giordani. Giacomo inizia a stendere i primi appunti dello Zibaldone. Per la prima volta si innamora della cugina Gertrude Cassi Lazzari.
1818 La consolidata rottura con le posizioni cattoliche e reazionarie della famiglia, incoraggiata anche dalla comprensione del Giordani, inizia apertamente a manifestarsi nel Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica.
1819-1822 In questi anni, che seguono la tentata fuga da casa scoperta dal padre, Giacomo vive ancora a Recanati in forte tensione con la famiglia. Le sue riflessioni sfociano in numerose pagine dello Zibaldone, che segnano la sua cosiddetta “conversione filosofica” (adesione a una concezione materialistica e atea). La ricerca poetica si svolge lungo due filoni principali: la poesia sentimentale degli idilli (L’infinito, La sera al dì di festa e Alla luna) e la poesia impegnata delle grandi canzoni civili (Ad Angelo Mai, Bruto minore e Ultimo canto di Saffo).
1822-1823 Primo soggiorno di Leopardi fuori da Recanati, a Roma presso gli zii Antici: nuova delusione, sia per la città, sia per i suoi letterati.
1824 A Recanati Giacomo abbandona temporaneamente la poesia per dedicarsi alla composizione delle Operette morali.
1825-1826 Giacomo soggiorna a Milano, dove l’editore Stella (che nel 1827 pubblicherà la prima edizione delle Operette morali) lo coinvolge in numerosi progetti editoriali, per spostarsi poi a Bologna, dove, oltre a frequentare Giordani, si innamora della contessa Teresa Carniani Malvezzi.
1826 A Firenze Leopardi frequenta il salotto di Vieuseeux, rifiutando però la sua collaborazione alla “Nuova Antologia”, la rivista dei moderati fiorentini.
1828-1830 Si apre, a Pisa, il ciclo dei componimenti pisano-recanatesi, i “grandi idilli”, che si conclude nella città natale dove Giacomo è costretto a ritornare per indisponibilità economiche. Appartengono a questa fase: A Silvia, Le ricordanze, La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggio e il Canto notturno di un Pastore errante dell’Asia.
1830-1832 Un nuovo soggiorno a Firenze, interrotto solo da alcuni mesi trascorsi a Roma, permette a Leopardi di consolidare la sua amicizia con Antonio Ranieri, e provoca il suo innamoramento con Fanny Targioni Tozzetti alla quale sono dedicati i componimenti del “ciclo di Aspasia”. Qui il poeta consegna anche l’ultimo appunto allo Zibaldone.

1833-1837

Leopardi trascorre l’ultimo periodo della sua vita accanto a Ranieri, a Napoli, dove stende i suoi ultimi componimenti in prosa (i Pensieri, i Paralipomeni della Batracomiomachia) e in poesia (La ginestra o fiore del deserto), incontrando però notevoli difficoltà editoriali. Spostatosi ai piedi del Vesuvio per sfuggire all’epidemia di colera abbattutasi sulla città e ritornato poi a Napoli, l’aggravarsi delle sue già precarie condizioni fisiche ne segna la morte il 14 giugno del 1837.