ZIBALDONE

A partire dall’estate del 1817 Leopardi prese ad annotare, su appositi quaderni che portava sempre con se, appunti e pensieri della più svariata natura (riflessioni filosofiche e letterarie, introspezioni psicologiche, citazioni da opere lette, elenchi di parole, note linguistiche, commenti a letture fatte, e molto altro ancora). Dall’inizio del 1820, il poeta cominciò poi a datare le proprie annotazioni, che ci permettono oggi di seguire l’evoluzione del suo pensiero, i suoi stati d’animo, i suoi interessi culturali, le fasi di elaborazione delle sue opere, dal gennaio dello stesso anno fino al dicembre del 1832.
Enorme fu la quantità di appunti accumulata in quegli anni (4526 pagine), per la maggior parte scritti tra il 1820 e il 1828. Al 1827 appartiene la stesura di un indice degli argomenti contenuti nei quaderni, che Giacomo intitolò Indice del mio Zibaldone di pensieri. La dicitura Zibaldone (ovvero "mescolanza confusa di cose diverse"), che forse già dall’inizio Leopardi aveva assegnato ai suoi quaderni, senza mai esplicitarla, appare pertanto piuttosto tardi.
Né l’indice analitico, né la trascrizione di alcune parti in bella copia, permettono di considerare lo Zibaldone un’opera autonoma destinata alla pubblicazione; i filologi che se ne sono occupati concordano invece nel ritenere lo Zibaldone "una raccolta da materiali per molte opere possibili" (Peruzzi). L’indice aveva la sola funzione di permettere a Giacomo di orientarsi all’interno degli innumerevoli appunti; le opere in bella copia erano forse destinate ad una pubblicazione autonoma, peraltro mai realizzata.
Si tratta pertanto di un libro parallelo alle opere vere e proprie destinate alla pubblicazione (è stato definito anche "il sottotesto dei canti"), per la comprensione e l’analisi delle quali risulta pertanto di fondamentale importanza.
Per la prima volta l’opera fu pubblicata in sette volumi tra il 1898 e il 1900 curati da Giosuè Carducci, con il titolo Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura. Una seconda edizione, intitolata Zibaldone di pensieri, a cura di Moroncini, sicuramente più attendibile dal punto di vista filologico, comparve tra il 1937 e il 1938. L’edizione critica di Parcella è del 1991; l’edizione fotografica integrale, promossa dalla Scuola Normale di Pisa e curata da Peruzzi è stata completata nel 1992.           

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